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Ogliastra

Ulassai - Dentro la Sardegna più vera. Il silenzio a un passo dal mare.

Un luogo autentico, vero, fuori dall’ordinario. Un contesto unico tra i paesaggi più diversi e le sue numerose attrazioni, per una vacanza benessere tra sport en-plein-air, tradizioni, artigianato, cultura e prelibatezze.

Nella provincia di Nuoro, Ulassai (Ulassa in sardo) è un piccolo comune di circa 1.500 abitanti in Ogliastra, la regione della Sardegna dove vivono i centenari ogliastrini, una delle percentuali più alte del pianeta. Situato tra le rocce a picco, a 775 metri sul livello del mare, dal quale dista appena 20 km, il suo territorio si estende fino al confine con la Barbagia di Seùlo. Ulassai è racchiuso dai suoi Tacchi, massicci calcarei caratteristici e imponenti che circondano l’area e offrono diversi paesaggi suggestivi. Il paese si colloca tra il grande complesso del Tacco di Ulassai a nord e il maestoso Monte Tisiddu a sud.

  • Alle pendici del Tacco si estende un articolato sistema di grotte, molte di esse sono conosciute solo dai residenti del paese. La più famosa di queste grotte è senza dubbio la Grotta di Su Marmuri che con i suoi 800 metri di lunghezza, principale meta turistica di tutta la Valle del Pardue. Da queste grotte, con determinate condizioni atmosferiche e abbondanti precipitazioni, fuoriescono da un versante più a valle le imponenti Cascate di Lequarci.  E tra le foreste sempreverdi dei Tacchi, vive una fauna protetta dall’Oasi faunistica di Girisai! Il paese, a sud è dominato dalla cima del Bruncu Matzeu, la più alta del Monte Tisiddu da cui nei giorni più tersi si può ammirare il Massiccio del Gennargentu. La valle del Rio Pardu a est, è coltivata a uliveti; mentre da ovest, seguendo il lato sud del Tacco, si giunge fino alla località Santa Barbara.

  • Esiste un’altra grotta, non indicata nelle mappe turistiche, tenuta segreta e custodita gelosamente dagli abitanti: è la Grotta dei fili, cosi chiamata in onore di Maria Lai, artista poliedrica e completa nata a Ulassai nel 1919. Scrittrice, poeta, scultrice, pittrice ma sopratutto nota per le sue opere tessili, definita dal critico Giorgio Di Genova come una poetica amanuense del cucito. Le sue opere possono essere ammirate all’aperto lungo le strade cittadine presso il Lavatoio Comunale, nella via Crucis presente nella chiesa parrocchiale, sulla strada del rito, sulla scarpata che ci accompagna alle Grotte su Marmuri. Ma per una  visita completa dell’artista è d’obbligo un passaggio al Museo dell’Arte situato nelle mura dell’ex stazione ferroviaria, all’ingresso del paese.  La sua opera principale e più nota è Legarsi alla montagna (1981), una performance che ha interessato tutta la popolazione di Ulassai. L’intervento artistico dura tre giorni durante i quali il protagonista è un filo azzurro lungo ben ventisette chilometri. Il primo giorno viene tagliato, il secondo viene distribuito ai cittadini mentre il terzo giorno viene legato per tutto il paese a porte, finestre o terrazze. Come ultima tappa i cittadini decidono di far arrivare il nastro azzurro fino al monte Gedili, montagna simbolo del paese.

  • Il paese è anche una delle mete più interessanti a livello europeo per il Climbing. Le falesie che circondano il paese sono in continua espansione e si stanno affermando sempre di più come polo internazionale di arrampicata, tanto che a sensazione affermerei che è il sito d'arrampicata più alla moda di tutta la Sardegna. Non mancate di visitare la famosa Scala di San Giorgio una gola inserita all’interno dei Tacchi, dichiarata con Legge Regionale del 1989 Monumento Naturale della Sardegna.

  • Per chi amasse l’archeologia e volesse conoscere la storia più antica dell’isola, non avendo il tempo di visitare il più noto complesso nuragico di Barumini, Ulassai offre comunque la presenza di 15 nuraghi a testimonianza di un centro abitato fin dall’età nuragica (900 a.C.). I più famosi sono il Nuraghe Pranu, un Nuraghe monotorre che dista circa 6 km dal comune, il Nuraghe S’Ulimu, lontano circa 11 Km, il Nuraghe Serbissi, e infine a una Tomba dei Giganti.

  • E chi proprio non volesse rinunciare neppure un giorno a fare un tuffo in mare, le mete più caratteristiche sono le rocce rosse ad Arbatax . La spiaggia di Rocce Rosse deve la sua particolarità ad imponenti scogliere rosse che spuntano dall'acqua.  Le alte rocce di granito rosso sembrano formare una maestosa cattedrale di roccia regalando ai visitatori uno spettacolo unico. La spiaggia è caratterizzata da scogli di roccia bianca che esaltano ancora di più il colore rosso delle scogliere di porfido. Sulla spiaggia di Rocce Rosse è stata ambientata la scena finale del film "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto" di Lina Wertmüller. 

  • La mia spiaggia preferita resta però quella di Su Sirboni, anch’essa quasi nascosta e custodita intatta, lontano dal clamore in territorio. La perla della della marina di Gairo, in Ogliastra, nella Sardegna centro-orientale, nascosta ai viaggiatori distratti e frettolosi, se la scopri sai già che ci farai ritorno. Un paesaggio incantato: il rumore della risacca, la brezza che espande i profumi mediterranei, le tonalità del mare, un luogo di rara bellezza quasi mai affollato. Selvaggia e suadente, isolata ma accogliente, tra rocce frastagliate, con pinnacoli che sembrano torri, ecco sbucare un po’ inaspettata, la spiaggia di su Sirboni. È una lingua di sabbia bianca e finissima, incastonata in una insenatura nascosta tra porfidi rossi, punteggiata dai bungalow di un vecchio resort, abbandonato da decenni e inglobato ormai nella natura del luogo. Il suo nome significa ‘il cinghiale’ ma è nota anche come Cala Francese.

  • Non potete però andare via dall’Ogliastra senza aver sperimentato le delizie gastronomiche di questa zona che nel suo isolamento ha conservato intatti e puri, senza contaminazione alcuna, i suoi cibi più antichi. Un vero museo del gusto dove potrete gustare come primo piatto i Culurgiones, ravioli di patate ripieni di menta, pecorino giovane e menta secca, conditi o con burro e salvia, piatto tipico ogliastrino per eccellenza, seguiti dal Porceddu  cotto da mani sapienti sotto la brace, assaggiare i formaggi tipici e il prosciutto di Arzana  (se entrate in empatia con chi serve a tavola magari riuscirete a gustare quello nascosto nella cantina di casa, che si serve nei matrimoni di famiglia… ) accompagnati con un buon vino Cannonau. Non deve mancare il pane pistoccu o su coccoi . Tutto questo ben di Dio necessiterà al termine di un  buon bicchiere di mirto o di abbardente (nota come Fil'e ferru).  Ma questi ultimi sono destinati solo a chi non guiderà… 

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