top of page

Cagliari

Cagliari - Dagli aperitivi al Poetto alle passeggiate sui Bastioni, dal birdwatching nel parco naturale Molentargius allo shopping nelle gioiellerie del centro, ecco le informazioni utili e gli itinerari più importanti alla scoperta della città.

Costruita su sette colli come Roma, Cagliari è il capoluogo e la città più popolosa della Sardegna, con la sua area metropolitana di 430 mila abitanti. Fondata nel Neolitico, è con i Fenici prima e i Romani poi che diventa una vera città, grazie alla costruzione di strade, acquedotti, porti e dell’anfiteatro che si può ancora ammirare in una valletta naturale alle pendici meridionali del Colle di Buon Cammino. È alla dominazione pisana che si deve, però, la struttura attuale su più livelli, con il sistema di bastioni e fortificazioni che caratterizzano i quartieri di Castello, Stampace, Marina e Villanova.

Cagliari, città ricca di monumenti e attrazioni naturali, offre una miriade di siti e luoghi da visitare. Dovendo scegliere un sito, un luogo, un monumento tutti noi avremmo grosse difficoltà. Perché Cagliari è quasi tutta bella. Una città di mare, godereccia, che pensa e parla come mangia ma che non dimentica le sue origini, tra dominazioni e momenti bui. Cagliari città di colli, come Roma e di pietre calcaree, che nei mesi estivi riflettono la luce del sole, facendola diventare una “città bianca”, come la definì D.H.Lawrence, che qui venne a visitarla, in viaggio di piacere. Ma quali sono i posti da visitare assolutamente a Cagliari? Proviamo ad abbozzare una risposta in queste pagine.

Se avete deciso di trascorrere un solo un giorno a Cagliari, vi consiglio il seguente itinerario:

  • Villanova, il quartiere della movida. Una volta era il quartiere dei panettieri e dei religiosi: le vie della movida giovanile si animano la sera, mentre di giorno è piacevole visitare le chiese e i santuari resi unici dai riti della Settimana Santa. Luoghi magici e misteriosi, come il chiostro della chiesa di San Domenico dove durante la dominazione spagnola il tribunale della Santa Inquisizione processava eretici e “streghe” sardi. Da visitare piazza San Giacomo, con il suo campanile romanico e la chiesa neoclassica, i santuari delle confraternite e la vicina via Garibaldi, via dello shopping, in un tempo ormai lontano ricca di orti e pollai. L’adiacente quartiere di San Benedetto è il centro nevralgico della vita moderna: uffici, questura e tribunale, ma anche la chiesa di San Saturno, una delle più antiche della Sardegna, e l’ex Mattatoio con le sue iniziative artistiche.

  • Iniziate dal mercato di San Benedetto. La Sardegna è una terra dal patrimonio naturalistico e storico-culturale inestimabile e se nelle vostre vacanze avete programmato una visita a Cagliari allora non potete assolutamente perdere il Mercato civico cittadino, un simbolo dell’antica città di Casteddu. Il Mercato civico di San Benedetto, con i suoi 8000 metri quadrati di esposizione su due livelli, è il mercato civico coperto più grande d’Italia e uno dei più estesi d’Europa con oltre duecento espositori.Al piano terra lo spazio è interamente dedicato al reparto ittico, dove i pescatori arrivano poco prima dell’alba per allestire gli immensi banconi e disporre il pesce, i crostacei e i molluschi appena pescati nel mare dello splendido Golfo di Cagliari. Al piano superiore, a cui è possibile accedere a piedi o in ascensore, si trovano i banchi di frutta e verdura, quelli dei prodotti biologici, macellerie dove acquistare diversi tipi e tagli di carne, prodotti da forno, i golosi dolci tradizionali come le seadas sarde, generi vari e servizi. Tappa irrinunciabile per chi ama la buona cucina e i sapori autentici del territorio, il Mercato civico di San Benedetto è un luogo pieno di colori, caratterizzato da un’atmosfera genuina e vivace, dove si respira un mix di profumi intensi e aromi inconfondibili che raccontano la gastronomia dell’isola.Visitarlo vuol dire immergersi nel cuore del folclore isolano, avvicinarsi alla cultura sarda e intraprendere un viaggio alla scoperta della vera e anima di Cagliari, una città dalla storia antica e plurimillenaria.Il mercato è aperto al pubblico nei seguenti giorni e orari:

07.00 – 14.00 dal lunedì al venerdì

07.00 – 15.00 sabato

chiuso la domenica e nei giorni festivi.

  • Scoprite il quartiere di Castello (Casteddu de Susu in sardo, in italiano Castello Superiore) è il principale dei quattro quartieri storici della città di Cagliari. Sorge in posizione predominante, su un colle calcareo, a circa cento metri sul livello del mare. Il quartiere fu fondato nel XIII secolo dai Pisani, che lo fortificarono, dotandolo di mura, torri e bastioni e vi trasferirono le sedi del potere civile, militare e religioso dalla capitale giudicale di Santa Igia, che avevano essi stessi precedentemente distrutto, decretando la fine del giudicato di Càlari. Da allora, sotto ogni dominazione, da quella Pisana (XIII - XIV secolo), a quella Aragonese-Spagnola (XIV - XVIII secolo) e Piemontese (XVIII - XIX secolo), fino al secondo dopoguerra, il quartiere Castello ha ospitato i palazzi del potere e le residenze nobiliari, tanto da identificarsi con la città stessa, che, infatti, in sardo si chiama Casteddu. Al quartiere ancora oggi si accede attraverso le antiche porte medievali, aperte nelle mura che ancora cingono gran parte del perimetro del Castello, isolandolo dal resto della città. Le mura che percorrono tutto il perimetro dell’antico quartiere di Castello comprendono la torre dell’Elefante e quella di san Pancrazio. Le prime fortificazioni della città sono opera dei Pisani, ma nel corso delle successive dominazioni le torri e le mura sono stati consolidati fino alla fine del XIX secolo, quando parte della cinta muraria fu demolita. Restano in piedi quattro torri: la torre dello Sperone, la torre dell’Aquila (poi incorporata in palazzo Boyl, sulla cui facciata sono incastonate tre palle di cannone, simbolo degli attacchi ricevuti), la torre di San Pancrazio e la torre dell’Elefante, chiamata cosi per la statua dell’elefantino che la decora. Passando sotto le pesanti porte della torre, si procede lungo il bastione di Santa Croce, verso la Chiesa e l’ex ghetto, da cui godere del panorama.

  • Poi recatevi al Bastione di Saint Remy e godetevi il panorama su Cagliari. È uno dei simboli della città, costruito nell’Ottocento come passeggiata panoramica sulle vecchie mura spagnole. Prende il nome da Felice Pallavicino, barone di Saint Remy, vicerè piemontese nominato nel 1720 alla nascita del Regno di Sardegna. Il prospetto originario è neoclassico, con colonne di ordine corinzio, un arco di trionfo e un’imponente scalinata a doppia rampa. L’intero edificio venne inaugurato nel 1901, ma i bombardamenti della Seconda Guerra mondiale lo danneggiarono gravemente. Oggi la Terrazza Umberto I, edificata sull’antico Bastione dello Sperone, ospita i dehors dei locali, concerti ed eventi.

  • Un altro monumento imperdibile della città è l’ Anfiteatro romano. Costruito tra il I e il II secolo d.C, la struttura dell’Anfiteatro di Cagliari risulta in gran parte scavata direttamente nella roccia della collina, sia le gradinate sia gli ambienti sotterranei. Per la realizzazione delle restanti parti costruttive, come la facciata ormai distrutta, venne impiegato il calcare locale, estratto in blocchi. La stessa area dell’anfiteatro divenne nel corso dei secoli (a partire dall’età giudicale) una vera e propria cava di pietre, utilizzata sia per il recupero di materiale da costruzione già lavorato sia per l’estrazione di nuovi blocchi calcarei. I segni di questo utilizzo dell’area sono ancora ben visibili. La spoliazione sistematica ebbe fine intorno alla metà dell’Ottocento, quando l’anfiteatro divenne proprietà comunale.

  • Fate pausa pranzo. Ristoranti top: da UH di Simona Deschino, Locale raffinatissimo e dove Simona Deschino mette tutta la sua passione e originalità nella preparazione di pranzi unici. Oppure Is Femminas nel cuore della vecchia Cagliari, dove l’interno della Sardegna incontra il capoluogo sardo. Se cercate qualcosa meno formale e impegnativo, potete fare un salto nei baretti del Poetto (Il Nilo), oppure recarvi a Calamosca a La Paillote dove godrete di un panorama unico. La pizza migliore? Framento, Etrigu, Milestone , Pbread, Maioni. I piatti tipici da non perdere? Burrida, Panada, Sebada. Non andate via senza bere un buon bicchiere di Turriga (cantine Argiolas): al naso spande intense note di ribes nero, more di rovo in confettura e amarene sotto spirito, allungandosi poi verso timbri tostati e sensazioni balsamiche, di incenso e nipitella.  Al palato è caldo e rotondo, con un tannino compatto e ben tratteggiato ed un finale elegante e di grande pulizia.

  • Dedicate una parte della vostra visita per recarvi alla Basilica di Nostra Signora di Bonaria. A guardarla dal basso, in cima alla scalinata che porta in cima all’omonimo colle, la basilica di Nostra Signora di Bonaria ha la stessa maestosità di Montmartre, a Parigi. E alla maestosità fisica corrisponde in effetti un’importanza altrettanto rilevante, considerato che ci si trova davanti al maggiore complesso mariano della Sardegna. La prima pietra del santuario che si vede dalla strada è stata posta nel 1704: la basilica a croce latina, con tre navate, separate da arcate,  ampio transetto e una cupola a sovrastare l’incrocio dei bracci, sorgeva accanto alla chiesa costruita nel Trecento, dove nei secoli è cresciuta la devozione per la statua miracolosa. La leggenda narra che nel 1370, in una notte di tempesta una cassa fu buttata in mare da una nave e, dopo aver fatto prodigiosamente fermare la bufera, approdò sulla riva di fronte al colle di Bonaria. All’interno portava la statua di legno di una Madonna con Bambino, il quale aveva in mano una candela rimasta miracolosamente accesa. Da allora in tutta l’isola si diffuse la venerazione per la Madonna di Bonaria, la cui statua oggi è custodita nell’altare del piccolo santuario accanto alla Basilica, vicino al convento nel quale tuttora vivono i frati.

  • Recatevi alla Cattedrale di Santa Maria (Duomo). La cattedrale di Cagliari domina da piazza Palazzo la sottostante piazza Carlo Alberto, situata a un livello inferiore nel quartiere Castello. Costruita nel corso del duecento, la chiesa si presenta come un connubio di diversi stili artistici e custodisce sette secoli di memorie storiche della città di Cagliari. in stile romanico pisano, venne elevata al rango di cattedrale nel 1258. Quando Cagliari fu capitale del regno di Sardegna, al suo interno prestavano giuramento i rappresentanti dei tre stamenti (bracci del parlamento sardo). È incorniciata, come in una scenografia, tra le arcate dell’ottocentesco Bastione di Saint Remy. L’impianto originario, risalente al XII secolo, era pisano ma nel corso del Seicento la Chiesa venne trasformata secondo il gusto barocco. La torre campanaria, l’architrave del portone centrale e i portali del transetto sono riconducibili all’edificio originale, mentre la facciata barocca venne rifatta nel 1931 innalzando l’attuale facciata in stile neoromanico, ispirata al prospetto del duomo di Pisa. Da vedere, all’interno, la Madonna Nera del XIV secolo che spicca tra i marmi policromi della chiesa. Nella sacrestia è conservato il tesoro della cattedrale: oggetti legati alle celebrazioni liturgiche (paramenti, calici, pissidi, ostensori, croci professionali), statue lignee e dipinti. Tra questi ultimi sono particolarmente significativi il Trittico di Clemente VII, attribuito a una bottega fiamminga (XV secolo), il Retablo dei Beneficiati, creazione di artisti napoletani e il meraviglioso paliotto opera di argentieri palermitani. E’ il principale luogo di culto di Cagliari.

  • Dirigetevi poi verso il Palazzo Civico. Dal 1907, anno dell’inaugurazione, è sede del Municipio di Cagliari. Costruito in pietra bianca, il Palazzo Civico si erge elegantemente borghese di fronte al porto ed è considerato un po’ il biglietto da visita che la città offre di sé a chi arriva via mare. I bombardamenti a tappeto della seconda guerra mondiale non l’hanno risparmiato ma dopo il conflitto il palazzo è stato ristrutturato e il bianco delle sue pietre è tornato a splendere su via Roma, grande arteria su cui si affacciano  l’ingresso e il porticato frontale di otto arcate. Sul tetto del palazzo dominano due torrette ortogonali di 38 metri di altezza, mentre gli angoli sono sorvegliati da quattro obelischi decorati con le teste dei Quattro Mori.

  • Visitate il Museo Archeologico Nazionale di Cagliari. È il più importante museo archeologico della Sardegna e conserva nelle sue sale principalmente materiali provenienti da scavi riguardanti il periodo della preistoria sarda (necropoli di Anghelu Ruiu, Nuraghe Palmavera, Nuraghe Nieddu.): collane in osso, vasi tripodi e statuine schematiche di tipo cicladico, rappresentanti la dea madre. Tra i materiali di cultura nuragica, sono esposti pregevoli bronzetti che testimoniano il livello raggiunto dagli artigiani del tempo. Sono presenti anche reperti fenici, iscrizioni puniche, vasi di importazione greca e italiota, nonché buccheri di produzione etrusca. Chiusura settimanale: lunedì.

  • Marina è il nuovo quartiere dei locali della notte, un quadrilatero di viuzze nato da un preesistente antico accampamento militare romano, affacciato sulla passeggiata di via Roma, tra shopping e bar storici. Il quartiere multietnico per eccellenza: così era infatti anche già duemila anni fa. Marina è unito al quartiere storico di Stampace da due vie dello shopping perpendicolari: Largo Carlo Felice e via Manno. Meritano un passaggio la cripta “con la morte dipinta nella volta” nella chiesa di San Sepolcro e la “Palazzata” di via Roma, per un gelato sotto i portici, davanti al mare. La Palazzata di via Roma è formata da costruzioni porticate (tra queste anche il magnifico Municipio) che si distinguono per l’accostamento di stili decorativi diversi tra loro come quelli rinascimentale e liberty. Sulla falsariga di città come Parigi, Torino e Nizza, alla fine dell’Ottocento furono realizzati questi imponenti palazzi porticati che sono diventati uno dei luoghi più amati dai cagliaritani e non solo.

  • Da visitare nel quartiere di Stampace lo straordinario Orto Botanico (uno dei più importanti d’Italia), polmone verde, dove da secoli vivono alberi e specie vegetali rarissimi, nel cuore di Cagliari. L’Orto Botanico è stato inaugurato nel 1866. Venne impiantato in un luogo semi abbandonato e malfamato già allora ricco di alberi e vegetazione, dove un tempo si nascondevano ladri e malavitosi e dove venne ordita la famosa congiura di Palabanda (una lapide ricorda nell’Orto quell’evento). Esteso circa 5 ettari, è un giardino botanico progettato e diretto dall’Università di Cagliari. Si tratta di un grande spazio verde nel cuore della città che racchiude e conserva ormai da decenni migliaia di specie vegetali, alcune molto rare, provenienti da tutto il pianeta. Al suo interno, dislocate in più punti, l’area custodisce un gran numero di reliquie romane di grande importanza. Oggi il giardino contiene circa 2000 specie vegetali, prevalentemente originarie del bacino mediterraneo, ma con una buona presenza anche di piante grasse e tropicali e altre rare specie, più diversi alberi secolari, come ad esempio i grandi ficus magnolioides, che sono persino più antichi dell’orto stesso. Il giardino è suddiviso in tre sezioni principali: le piante del Mediterraneo, che rappresentano le tre fasce della vegetazione della Sardegna così come le specie provenienti dall’Australia, California e Cile; piante grasse, circa 1000 unità di piante grasse quali l’Echinocereus, Euphorbia, Lamphrantus, Mammillaria, Opuntia, coltivate in serra e all’aperto, equamente suddivise tra specie di origini africane e americane, e piante tropicali. In tutto, il giardino contiene circa 600 alberi (diversi dei quali secolari e giganteschi) e 550 arbusti. Di grande importanza l’area dedicata alla collezione palmizia (estesa per 4000 metri quadri) con circa 60 esemplari di Euphorbia canariensis, e una in particolare, a ridosso del muro che divide l’orto dall’Anfiteatro Romano, dell’estensione di 100 metri quadri, una delle più vaste d’Europa.


  • Terminate la giornata prendete un aperitivo prima di rientrare a Villasimius, presso la spiaggia del Poetto, in uno dei caratteristici baretti balneari della città. Una delle fortune di vivere in una città di mare è appunto avere il mare a due passi da casa. Il Poetto è la spiaggia dei Cagliaritani: chilometri e chilometri di arenile e un mare a portata di mano, che è un lusso per una grande città. In mezzo locali, ristoranti e pizzerie. Il Poetto è una filosofia, qualcuno direbbe, è una certezza della vita ed è soprattutto una spiaggia dove ci si può godere il sole anche d’inverno. Tiepido, è vero, ma è pur sempre un sole fantastico e che soprattutto infonde benessere. I cagliaritani lo sanno molto bene ed è per questo che, come le famose iguane preistoriche delle Galapagos, li troverete in spiaggia con la faccia all’insù mentre cercano di catturare fino all’ultimo raggio di sole o mentre passeggiano in riva al mare e si godono la vista della Sella del Diavolo sullo sfondo. Qui potrete rilassarvi godendo un tramonto stupendo e ammirando il litorale cagliaritano con la Sella del Diavolo sullo sfondo. La Sella del Diavolo è il monumento-simbolo naturale del capoluogo cagliaritano. Secondo la leggenda il nome Sella del Diavolo è la conseguenza della battaglia che si consumò tra le forze del bene e quelle del male ed è quindi una storia di derivazione biblica poiché gli interpreti non sono altro che Dio e chi un tempo fu il suo angelo prediletto prima di trasformarsi in demonio, Lucifero. Si narra che la bellezza del Golfo di Cagliari affascinò Lucifero e i diavoli tanto da volersene impadronire e per impedirlo Dio inviò l’arcangelo Michele, al comando delle milizie celesti, e gli angeli con il compito di scacciare Lucifero e i suoi seguaci. La battaglia fu combattuta nei cieli del golfo e la sconfitta del nemico di Dio generò due teorie: una vede la sella di Lucifero, disarcionato dal suo cavallo, cadere nelle acque del golfo e pietrificarsi dando origine al promontorio, l’altra racconta che durante il combattimento Lucifero cadde sul promontorio conferendogli la caratteristica forma da cui prende il nome. Esiste però anche un’altra versione di quest’affascinante leggenda che vede Dio offrire in dono ai suoi angeli la possibilità di vivere sulla Terra se avessero trovato un luogo pieno di pace e privo di malvagità dove stabilirsi. Gli angeli, dopo aver vagato alla ricerca del posto adatto, scoprirono la Sardegna e qui trovarono la fine del loro peregrinare perché nell’isola non vi era traccia di guerre o distruzioni come in altre parti dell’emisfero, ma regnava solo la bellezza e la semplicità della natura. Lucifero, geloso della felicità delle creature celesti, cercò di seminare odio e sospetto tra gli angeli senza riuscirci e così decise di dichiarare guerra alle forze del bene che però lo sconfissero. Preda della collera il diavolo prese la sella del cavallo da cui era stato disarcionato e la lanciò nel golfo formando il promontorio che sarà battezzato con il nome di la Sella del Diavolo.

bottom of page